Rivoli, 16 marzo 2011:

- Lettera ai volontari -

Cari volontari,

ho deciso di scrivere questa lettera per ringraziarvi del vostro sempre grande lavoro e per condividere con voi alcune riflessioni, utilizzando le letture che ci hanno accompagnato durante la Giornata per la Vita 2011.
Purtroppo non mi è possibile ringraziarvi tutti uno per uno e quindi lo faccio attraverso un mezzo più
freddo, ma vi assicuro con sincera gratitudine e con tutto il mio cuore, come in un forte e riconoscente
abbraccio.
Grazie al vostro servizio e ai vostri sacrifici nel 2010 abbiamo potuto assistere 142 donne e soprattutto
abbiamo permesso a 44 bambini di nascere, con ben 7 Progetti Gemma.
Sono numeri importanti che denotano una significativa e in qualche modo crescente attenzione della
nostra associazione alla vita nascente, ottenuta con tanto lavoro, ma anche attraverso scelte, non
sempre da tutti comprese fino in fondo, che la maggioranza di noi ha saputo prendere con coraggio e
coerenza.
Con questa lettera voglio ringraziarvi per tutto il lavoro fatto durante l’anno, ma in particolare per il
servizio svolto nell’ultima Giornata per la Vita.
Qualunque sia stato il vostro compito vi assicuro che è stato prezioso.
E’ stupendo vedere la capacità di mobilitazione che riusciamo a mettere in campo in questa circostanza
e ringrazio il Signore che anche quest’anno ci ha donato le forze per poter essere presenti in circa 30
chiese.
In particolare voglio dire grazie a tutti i volontari che hanno sopportato il freddo restando diverse ore ai
banchetti delle primule, pur mantenendo il sorriso che ha accolto alla fine di ogni Santa Messa i fedeli
che decidevano di donarci la loro offerta.
E’ un lavoro grande ed è il “lavoro sporco” che ci permette di essere credibili, sopportando simbolicamente il freddo che in qualche modo ricorda quello che attraversa come una spada il cuore di
una donna che valuta la possibilità di abortire il proprio figlio.
“Patire” il freddo e le tante ore in piedi diventa il filo sottile che ci unisce a queste donne.
Un patire che diventa compassione e vera carità quando ci poniamo accanto alla donna per salvare
insieme il suo bambino.
Il servizio ai banchetti dà inoltre forza e credibilità a chi con coraggio sale all’ambone per parlare ai
presenti di noi e della difesa della vita. Grazie di cuore anche a questi volontari.
La capacità di compassione che portiamo dentro ci permette di non parlare da cervello a cervello ma da
cuore a cuore, perché il cuore di chi ci ascolta non si fermi alla nostra voce, ma percepisca la voce di
quel bambino non ancora nato ma presente, che chiede, con la forza della vita, di poter esistere ancora.
La commozione di tante persone che, dopo averci ascoltato, ci ringraziano a parole o con importanti
offerte uscendo dalla chiesa, credo sia frutto del nostro portare con umiltà una verità dirompente che la
sapienza del mondo vuole nascondere. Noi infatti, come scrive San Paolo nella prima lettera ai Corinzi,
“parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta (…). Nessuno dei dominatori di questo mondo l’ha conosciuta; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. (…) Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito(…)”.
Sono certo che lo Spirito Santo accompagna da sempre la nostra associazione, da quando ispirò in Giuseppe e in Maria Foradini la volontà di dedicarsi a questo importante progetto per il quale tutti siamo riconoscenti.

Noi siamo portatori di una sapienza e di una verità per cui molte volte il mondo, che non le sente
proprie, ci è ostile perché non può comprenderle. Se le comprendesse non “crocifiggerebbe” tante vite
innocenti come già ha fatto con il “Signore della Gloria”.
Portiamo con noi un tesoro prezioso che tutti hanno il diritto di conoscere, ma anche la libertà di
rifiutare. Noi continuiamo a proporlo e chiediamo al Signore che non ci faccia mai mancare il consiglio
e la presenza dello Spirito per noi e per chi ci ascolta.
So bene che a volte non è semplice e non mancano i momenti in cui il lavoro sembra inutile, ci si sente
incompresi, magari non ci si capisce neppure tra di noi e c’è la tentazione di mollare tutto.
Vi confido che questa tentazione mi ha provocato diverse volte, soprattutto quando al nostro interno si
sono create fratture per motivazioni che perdevano totalmente di vista il vero motivo per cui esistiamo
e per cui siamo chiamati anche a sopportare, a stringere i denti e a mettere in secondo piano il nostro
interesse egoistico.
Ma nelle letture che Dio ci ha donato nella Giornata per la Vita ho trovato un’ennesima risposta. Dice il profeta Isaia che il digiuno che Dio vuole consiste “nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo” e noi sappiamo bene che non c’è più povero, affamato, senza tetto e nudo del bambino non ancora nato che di fronte a tutto questo è anche il più indifeso.
Bene, se noi proseguiremo in questa opera preziosa per la vita, dice a ognuno di noi Isaia: “la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. (…) Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”.
In poche parole non mancherà il supporto del Signore che ci darà forza e sarà presente ogni volta che nella preghiera lo invocheremo. Attenzione, non ci dice che, fatto tutto questo, se lo invocheremo, èpossibile che ci darà ascolto, ma che certamente risponderà a ognuno di noi: “Eccomi”.
Utilizzando il Salmo 111 possiamo dire in altri termini che non avremo da temere cattive notizie se saremo misericordiosi (prima di tutto tra di noi), pietosi e giusti.
Per questo è importante intensificare anche i momenti di preghiera oltre al servizio pratico. E se è vero, com’è vero, che ognuno di noi porta con sé le proprie colpe, i propri limiti, i propri errori, attraverso Isaia il Signore ci promette qualcosa che a pensarci bene fa venire i brividi e le lacrime agli occhi: “Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio,(…) allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio”. Avete capito bene. I nostri limiti umani e il nostro buio diventeranno luce fortissima che saprà illuminare chiunque incontreremo sul nostro cammino e il nostro buio sparirà se, oltre al servizio per cui esistiamo, sapremo togliere di mezzo il chiacchiericcio che troppe volte ha oppresso l’attività dell’associazione e se sapremo non fare della verità un puntare il dito contro chi non ci comprende.
Nel Vangelo letto il 6 febbraio Gesù ci dice che siamo (e non semplicemente che possiamo esserlo)“sale della terra e luce del mondo”, però attenzione mai per merito, sempre per dono. Non commettiamo mai l’errore, che è sempre dietro l’angolo, di sentire che i risultati raggiunti o che raggiungeremo sono o saranno merito nostro. Troppe volte rischiamo di fare le cose per sentirci elogiati da qualcuno o per sentirci bravi. Così facendo però si finisce col cercare solo l’auto-gratificazione che ci ripaga nell’immediato e che diventa unico motivo per proseguire, ma tutto questo è completamente l’opposto della gratuità che dovrebbe contraddistinguere il nostro servizio e che è fondamento della vera carità.
Dobbiamo stare attenti a non perdere il sapore e la luminosità, ma anche a non abbagliare o a rovinare il gusto delle cose esagerando nel “salare”. Il nostro obiettivo non deve essere quello di un far luce o di un dar gusto alle cose fine a se stesso, ma quello di rendere appetibile (se si può) e visibile, in altre parole comprensibile, la verità.

Il problema non sta quindi nel dire o non dire delle cose, perché nel tacere si rischia sempre di tagliare via almeno un pezzo di verità, ma nel trovare il modo giusto per dire la verità tutta intera.
Ad esempio non si può non dire che noi esistiamo e operiamo perché l’aborto consiste nell’uccisione di un essere umano innocente e indifeso. Abbiamo il dovere di ripeterlo a noi stessi e di dirlo a tutti perché non dirlo sarebbe una grave mancanza che rischierebbe di rendere servizio alla menzogna. E’giusto dire anche quante famiglie aiutiamo al di fuori della prevenzione all’aborto, perché cornice importante del nostro lavoro. Ma questa deve rimanere sempre e solo cornice, attenti a non far percepire il CAV come l’associazione che aiuta le famiglie povere con bambini piccoli. Se ci dovessimo accorgere di questa sbagliata percezione da parte di qualcuno, siamo chiamati a precisare subito la verità.
Però tutto questo va fatto con la capacità di rendere comprensibile il messaggio a chi ci ascolta perché il fine non è semplicemente dire, ma far comprendere ciò che diciamo, altrimenti il nostro dire diventa un dire inutile e persino dannoso.
Ragionavo su questo aspetto durante una Santa Messa della Giornata per la Vita, nel momento dell’Eucaristia. Gesù non ha rinunciato a dire chiaramente che dobbiamo mangiare la sua Carne e bere il suo Sangue per avere la vita eterna e lo ha fatto pur sapendo di scandalizzare alcuni dei presenti.
Ancora la Chiesa oggi, essendo questa una verità centrale e indispensabile per la nostra salvezza, non usa mezzi termini.
Purtroppo spesso noi rischiamo di non andare oltre il pane e il vino che si presentano al nostro sguardo durante la celebrazione, sopraffatti da una superficiale abitudine. Pensiamo però a chi si trovò di fronte a Gesù quando pronunciò quelle parole. Pensiamo al fatto che davvero sotto le specie del pane e del vino riceviamo il vero Corpo e il vero Sangue di Cristo. Essendo indispensabile per la salvezza di ognuno, si tratta di un messaggio che non può essere censurato se non privandosi e privando altri della verità che salva.
E’ anche vero però che Gesù ha pensato di tramandare tutto questo nei secoli dei secoli trasformando il pane e il vino nel suo Corpo e nel suo Sangue e quindi in altri termini di donarci il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Sua Divinità, ma sotto le specie del pane e del vino che diventano nutrimento spirituale.
Dunque la sostanza non cambia, ma viene trasmessa in maniera “accessibile” a tutti senza però, ripeto
ancora una volta, nascondere che non riceviamo semplice pane, ma il vero e intero Corpo di Cristo.
In qualche modo, con le dovute differenze, dobbiamo fare la stessa cosa con la verità di cui siamo portatori con il nostro servizio: renderla tutta intera nutrimento per tutti.
Prima di chiudere voglio ancora fare tre ringraziamenti particolari.
Ringrazio chi ha organizzato tutti i turni delle messe e si è occupato della consegna delle primule in tutte le chiese.
Ringrazio coloro che, pur non approvando alcune scelte recenti del CAV o la gestione del sottoscritto, hanno comunque voluto continuare a offrire il proprio prezioso servizio che assume quindi un valore particolare. Riconoscente continuo ovviamente a invitare questi volontari al fraterno chiarimento.
Infine ringrazio tutti i nuovi volontari che sono arrivati o che spero ancora arriveranno e faccio a loro un grande in bocca al lupo augurandogli tante soddisfazioni nella difesa della vita.
Prima di chiudere voglio precisare che non mi sono affatto dimenticato che la nostra è un’associazione aconfessionale e infatti i ragionamenti di fede fatti in questa lettera non vogliono dimostrare perché la vita va difesa dal concepimento alla morte naturale (cosa che dimostriamo prima di tutto razionalmente e non con motivazioni di fede), ma sono riflessioni che ho voluto condividere e che per me sono inevitabili in quanto credente. Non potrei parlare di verità e di carità senza pensare a Dio e senza parlare di Cristo che è Vita e Verità.

In fondo credo che proprio questa autonomia nel ragionare di fede anche in un’associazione aconfessionale sia vera laicità.
Detto questo chiedo a tutti di proseguire nel lavoro in questo 2011 con la stessa dedizione e lo stesso impegno, perché il lavoro che resta da fare è ancora tanto e necessita delle forze di tutti.
Salutando vi prometto le mie preghiere e vi chiedo di non farmi mancare le vostre, perché vi assicuro che non è facile farsi portavoce di una realtà importante, ma anche a volte tanto incompresa e ostacolata.

Con tutto il cuore

Claudio Larocca
(Pres. CaV-MpV “G. Foradini“- Rivoli)
mobile: +39 328 2653764
E-mail: claudio@cavrivoli.org

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