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Rivoli, 13 marzo 2018.
Esperienze del Cav di Rivoli: quali sfide per il futuro -
di Claudio Larocca, Presidente Cav Rivoli
Il Centro di Aiuto alla Vita e Movimento per la Vita “G. Foradini”, nato 30 anni fa a Rivoli, ha potuto gioire per oltre 1000 nascite e si è sempre distinto per un servizio alla vita nascente mirato sia all’aiuto diretto di prevenzione all’aborto che a un’opera culturale finalizzata a creare presupposti ambientali di reale accoglienza della vita dal concepimento alla morte naturale.
Ogni anno assistiamo circa 130 famiglie di nazionalità varia. Alcune bussano alla nostra porta perché tentate dall’aborto, ma molte si rivolgono a noi semplicemente per ricevere un aiuto in più, dopo aver già accolto la vita del proprio figlio. D’altra parte abbiamo sempre cercato di rimanere vigili sulla nostra identità per non perdere mai di vista la finalità principale: dar voce al “più povero tra i poveri”, il nascituro nel grembo materno.
E’ sfida quotidiana capire in che modo arrivare a tutte quelle donne che non riusciamo a intercettare e che, private di sostegno e gratuita vicinanza, finiscono col vedere nell’aborto l’unica soluzione.
Il doppio volto di Cav e Mpv ci ha consentito di non cadere nella vuota azione assistenziale e, allo stesso tempo, di arricchire la nostra azione culturale con l’esperienza concreta a contatto con la solitudine, il disagio e la paura che spesso diventano causa di aborto.
Da sempre la nostra attenzione è rivolta anche ai giovani con incontri in scuole e parrocchie sul valore della vita nascente e sulla preziosità del corpo e della sessualità umana, nei quali offriamo una visione alternativa alla mentalità comune che riduce i ragazzi a consumatori di contraccettivi e di una sessualità compulsiva, priva di significato e presupposto di precoci aborti.
A dimostrazione che l’aiuto concreto e l’opera culturale possano e debbano operare insieme, richiamiamo l’esperienza del corso “Comunicare col bambino prima della nascita” e dell’opuscolo informativo “Sei incinta? Non sei sola!” realizzato in rete con il patrocinio di tre comuni.
Anche gli incontri pubblici organizzati su tematiche come l’ideologia gender e il fine vita hanno fornito negli anni alla cittadinanza, agli amministratori locali e alle realtà del territorio, strumenti e contenuti per leggere con sguardo rinnovato la realtà in cui viviamo.
Proseguiremo senz’altro quest’opera di sensibilizzazione e nel 2018 realizzeremo numerosi eventi, già proposti al Comune, per unire le forze in un dialogo operativo e costruttivo.
Pur comprendendo il timore di chi ritiene che la vita da tutelare non sia solo quella del nascituro, suggerendoci per questo di occuparci di ogni altro generico disagio, noi rispondiamo che un’associazione privata del suo specifico disperde le forze e non incide su nulla, ma soprattutto che esistono fasi della vita, come quella sino alla nascita, di cui quasi nessuno si occupa. I Cav invece sono chiamati per loro natura a scorgere l’umano sin dai suoi albori, presupposto essenziale di un’autentica promozione umana che può diventare contagiosa testimonianza.
Credo quindi che la sfida nell’immediato futuro per il Cav-Mpv di Rivoli e non solo sarà ancora e sempre di più quella di conservare e maturare un’identità specifica che, pur adeguando linguaggi e metodi, mai tradisca la missione originaria, fuggendo così a quella irrilevanza tanto desiderata da chi vorrebbe cancellare la presenza di un volontariato coraggioso e ancora capace di gridare “ecce homo” di fronte a un’ecografia e a una donna incinta.